La chiesa della SS. Trinità, o Badia, e l’attiguo monastero Domenicano di clausura, situati nel quartiere del Carmine, furono edificati su disegno di ignoto architetto, per volontà di Maria Ventimiglia Contessa di Collesano, sorella del Marchese di Geraci. Il suo completamento si deve a Susanna Gonzaga nel 1531, mal’edificio fu rimaneggiato e ampliato nel ‘600.
Il Monastero della SS. Trinità era famoso per la solennità delle sue funzioni religiose, rese possibili dalle notevole rendite di cui disponeva. In tal senso rimase fiorente fino al 1866, anno della soppressione degli ordini religiosi.
La chiesa presenta un prospetto in tufo ad unico saliente finestre e un rosone in pietra e ferro.
L’ingresso è costituito da una grande volta a schifo lunettata, che sostiene un coro che si affaccia proprio di fronte l’altare. Anch’esso, come le finestre, è totalmente nascosto da grandi grate in ferro battuto necessarie alle suore di clausura per assistere alle funzioni religiose, anche nel caso in cui la chiesa fosse stata fruita dai fedeli.
Altri elementi che ci rimandano alla vita di clausura sono due confessionali incassati al muro e due sportellini decorati con figure di angeli, in prossimità dell’altare, necessari per distribuire la comunione alle suore . Davanti l’ingresso laterale, una ripida scala in legno conduce ad un antico organo a registro barocco, costruito nel 1751 probabilmente da Baldassarre Di Paola e Ignazio Faraci.
In legno, dipinto in tutte le sue parti, è sostenuto da una balconata decorata con motivi di girali floreali intagliate, rose e altre fantasie vegetali. L’organo, grazie a un congegno particolare ad acqua (uccelleria), riesce a riprodurre il canto degli uccelli.Sita nella parete di fondo dell’altare.
Dominante la chiesa tutta, è l’immensa ancona marmorea con fondo policromo. Questa opera grandiosa, che ricopre quasi per intero la superficie dell’altare maggiore, fu realizzata dallo scultore Giandomenico Gagini prima del 1543. Il polittico racconta le storie della vita di Cristo dall’Annunciazione Alla trasfigurazione dai complessi rimandi simbolici e teologici.
Nel presbiterio è conservato un quadro della Misericordia del XVII sec.
A destra dell’altare maggiore vi è una tela del XVIII secolo, opera di Raffaele Visalli, raffigurante la Madonna del Rosario.
A seguire, sempre sullo stesso lato, è l’altare di San Giuseppe con quadro dedicatorio.
Nel fianco sinistro è l’altare dell’Immacolata Concezione su cui è posta la statua marmorea policromata dell’Immacolata.
L’altare dell’Addolorata, con tela del 1852 eseguita dal pittore romantico Andrea D’Antoni, rappresenta la Deposizione dalla Croce.
Infine è l’altare di San Tommaso d’Aquino con tela del 1666.
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